Mi perdoneranno tutti i protagonisti politici che affollano le pagine, locali e nazionali, dei nostri giornali e che dibattono sui social network con la veemenza (mascherata da pacatezza) tipica di adolescenti, ma oggi le uniche cose da leggere (in attesa di vedere l’annunciatissimo video con cui Giachetti si candiderà alle primarie per il sindaco di Roma) sono due lettere al direttore. Le hanno scritte due politici per così dire della vecchia guardia: Massimo D’Alema sul Corriere risponde all’ambasciatore di Israele, Goffredo Bettini smentisce un retroscena dell’Unità.
In entrambe le lettere (che trovo divertenti e interessanti) di questi due personaggi – amatissimi e odiatissimi, certamente controversi e a cui sono stati attribuiti (spesso con verità) scenari politici da brivido e grandi intuizioni, che hanno avuto pesanti responsabilità – ci sono stile, mestiere e cattiveria (oltre ad alcune notizie sullo scenario politico attuale buone per chi le vuole e sa leggere). Qualità che non trovo in troppi politici di oggi che, al più, hanno cinismo da vendere, tanta immotivata presunzione e nessuno stile.
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