C’è una certa differenza tra fare (magari anche bene) il capo di gabinetto, dirigere con piglio un’aula parlamentare, fare lo sciopero della fame per difendere una legge e avere un’idea della città e chissà magari fare anche il sindaco di una città.
Roberto Giachetti lo dimostra ogni giorno.
Purtroppo, visto che rischia davvero di essere eletto.
Infatti ad ogni uscita pubblica, sin dal primo giorno, l’unica cosa che sembra interessargli è provare a dire che non sta lì per volere di Matteo Renzi e che ha una sua autonomia. Devo dire che, nonostante da mesi gli facciano la stessa domanda, non è ancora riuscito a trovare una risposta minimamente convincente e la cosa è davvero preoccupante. Per il resto, soltanto il vuoto programmatico, la retorica stucchevole dell’ascolto dei cittadini e l’arroganza di chi sa che tanto il partito lo sostiene a prescindere. Non ci spiega mai perché, al di là dell’appartenenza alle correnti che si sono mobilitate, qualcuno dovrebbe dargli il voto.
Il dibattito andato in onda su Raitre oggi pomeriggio ha confermato questo scenario.
Non un’idea, non un progetto, non una visione di città.
Non una parola su mafie, welfare, periferie, riforma dei servizi.
Neppure la capacità di spiegare perché è finita l’esperienza Marino.
E questo, purtroppo, vale anche per gli altri.
Roberto Morassut, l’altro candidato “forte”, ha anche tentato di fare un ragionamento, mostrato un libro del programma, ma non ha né grinta, né piglio, né presenza e non riesce neanche lui a fare capire perché qualcuno dovrebbe votarlo.
Sugli altri candidati invece ogni commento sarebbe superfluo.
L’unica cosa che merita attenzione invece è la denuncia che porta con sé la candidatura di Chiara Ferraro, che ci racconta quanto Roma abbia bisogno di cambiare.
Questo dibattito televisivo noioso, a tratti imbarazzante, addirittura offensivo nei confronti degli spettatori e dei romani un merito però ce l’ha avuto: ha chiarito in maniera inequivocabile che è fuori da questi sei candidati (oltre che da tutti gli altri candidati attualmente in campo) che va trovato il prossimo sindaco di Roma se questa città e i suoi abitanti vogliono provare a immaginarsi dentro un futuro diverso. E visto lo scenario generale, purtroppo, non è una buona notizia.
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