Lo porteremo in piazza oggi lo striscione e nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, perché ricordi a tutti, nella sua essenza, cosa davvero è successo a Rosarno: sui principi, sulla verità non possiamo concedere spazio alle mediazioni.
Ha ragione l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato quando dice che «la rappresaglia e la cacciata dei migranti neri hanno aperto una ferita profonda e dolorosissima». Tuttavia lo stesso Lavorato invita tutti a uscire dalle ambiguità: la ferita si rimargina solo quando «diremo pubblicamente che non sono i media a macchiare l’immagine di Rosarno, ma a macchiarla ed insanguinarla continuamente sono le cosche della ‘ndrangheta».
Se così è, tutti dobbiamo farci carico di restituire la verità su quello che accade da anni a Rosarno, sulle denunce che sono state fatte e ignorate. Sulle battaglie per i diritti e sulla negazione delle libertà. Un contributo in questo senso vogliamo darlo in maniera concreta: il 23 gennaio pubblicheremo il dossier speciale «Arance insanguinate» di Stopndrangheta.it, il primo archivio multimediale sulla criminalità organizzata in Calabria. Partiremo da lontano, per provare a capire cosa accade oggi nei tanti ghetti del nostro Paese.
Siamo convinti che solo con una nuova consapevolezza e ristabilendo la verità si può ricominciare, valorizzando e difendendo il lavoro fatto dalle associazioni in questi anni, mettendo spalle al muro la politica e le istituzioni incapaci e colpevoli, recuperando la tradizione rosarnese e dell’intera Piana di Gioia Tauro fatta di straordinarie lotte popolari, per la democrazia, contro le cosche.
Su questo crinale si gioca la partita più complessiva dei migranti, in Calabria e nel Mezzogiorno, da Rosarno a Castelvolturno. Anche di questo occorre discutere nelle assemblee e negli appuntamenti del movimento e della politica, a partire dall’assemblea nazionale del 24 gennaio a Roma.
Da qui dobbiamo partire per rilanciare una mobilitazione nazionale, larga ed efficace, per dire no al razzismo e allo sfruttamento dei migranti. E per contrastare le mafie. Ragionando di una grande manifestazione nazionale in Calabria, da fare – come dice Lavorato – tutti insieme dietro lo striscione negato. Che diventa per una volta simbolo di libertà.
(pubblicato su “Il manifesto”)