Le storie di cinque giornalisti minacciati dalle mafie. E, attraverso i loro occhi e il loro lavoro, uno sguardo inedito sull’Italia di oggi e di domani. Parte il 9 gennaio 2016 “Cose nostre”, un nuovo programma di Raiuno su mafie e giornalismo – di cui sono autore insieme ad altri bravi colleghi – che andrà in onda ogni sabato sera in seconda serata per cinque settimane.
Si tratta di cinque documentari che racconteranno la vita e l’attività, difficile e piena di insidie, dei giornalisti che raccontano spesso in solitudine storie di mafie, malaffare, corruzione e poteri illegali. Le storie sono quelle di Arnaldo Capezzuto, Amalia De Simone, Pino Maniaci, Michele Albanese, Giovanni Tizian
“Cose nostre” racconterà alcune tra le più inquietanti e drammatiche storie del nostro Paese, svelerà gli affari della ‘ndrangheta nel porto di Gioia Tauro e ricostruirà gli equilibri criminali nello storico quartiere Forcella di Napoli, racconterà il controllo del territorio di Cosa nostra nel Palermitano (da Partinico a Cinisi), svelerà le relazioni pericolose tra le mafie straniere e i terroristi islamici. Punterà i riflettori sui nuovi affari dei clan, dal gioco d’azzardo ai beni confiscati, e svelerà i tentativi di infiltrazione delle cosche nelle istituzioni. E racconterà anche storie di assassini e pentiti, omicidi di innocenti e stragi impunite.
“Cose nostre” inoltre accenderà un faro sul rapporto sempre più difficile nel nostro Paese tra buon giornalismo e mafie. Un fenomeno molto preoccupante, di cui s’è occupata di recente anche la Commissione Parlamentare Antimafia con una relazione ad hoc: sono oltre 2000 (fonte Osservatorio Ossigeno per l’informazione) gli episodi di violenza, intimidazione e minaccia nei confronti dei giornalisti italiani, contati dal 2006 al 2014. Fatti che si uniscono agli otto giornalisti uccisi dai clan nella storia del nostro Paese .
Automobili date alle fiamme, aggressioni, minacce, lettere intimidatorie, pallottole inviate per posta, incursioni dentro casa, querele temerarie. Sono questi i modi con cui le mafie tentano di condizionare la stampa italiana. Segno che per i clan il il consenso, il controllo del territorio e l’impunità passano anche dal silenzio imposto ai giornalisti. E sono molti i cronisti (della carta stampata, della televisione, del web) che, nonostante tutto, continuano nel loro lavoro prezioso di informare le cittadine e i cittadini.
Cose nostre è un programma di Emilia Brandi, Giovanna Ciorciolini, Tommaso Franchini con Danilo Chirico e Giovanna Serpico. La regia è di Andrea Doretti