Contro il razzismo uno striscione per cento piazze

Lo striscione antimafia negato a Rosarno ricompare a Roma. Con la stessa scritta: «Speriamo un giorno di poter dire un giorno… c’era una volta la mafia». Lo porteremo, come associazione daSud, oggi pomeriggio alle 16,30 in piazza Santi Apostoli quando, con le associazioni antirazziste e le comunità migranti romane, manifesteremo davanti alla prefettura (lo stesso accadrà contemporaneamente a Caserta, Avellino, Padova, Reggio Calabria e in molte altre città), per tenere alta l’attenzione sui fatti di Rosarno e rivendicare politiche di accoglienza per i migranti che vivono in Italia denunciando, come si legge nell’appello diffuso in questi giorni, «troppa (in)tolleranza e nessun diritto».

Lo porteremo in piazza oggi lo striscione e nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, perché ricordi a tutti, nella sua essenza, cosa davvero è successo a Rosarno: sui principi, sulla verità non possiamo concedere spazio alle mediazioni.
Ha ragione l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato quando dice che «la rappresaglia e la cacciata dei migranti neri hanno aperto una ferita profonda e dolorosissima». Tuttavia lo stesso Lavorato invita tutti a uscire dalle ambiguità: la ferita si rimargina solo quando «diremo pubblicamente che non sono i media a macchiare l’immagine di Rosarno, ma a macchiarla ed insanguinarla continuamente sono le cosche della ‘ndrangheta».

Se così è, tutti dobbiamo farci carico di restituire la verità su quello che accade da anni a Rosarno, sulle denunce che sono state fatte e ignorate. Sulle battaglie per i diritti e sulla negazione delle libertà. Un contributo in questo senso vogliamo darlo in maniera concreta: il 23 gennaio pubblicheremo il dossier speciale «Arance insanguinate» di Stopndrangheta.it, il primo archivio multimediale sulla criminalità organizzata in Calabria. Partiremo da lontano, per provare a capire cosa accade oggi nei tanti ghetti del nostro Paese.

Siamo convinti che solo con una nuova consapevolezza e ristabilendo la verità si può ricominciare, valorizzando e difendendo il lavoro fatto dalle associazioni in questi anni, mettendo spalle al muro la politica e le istituzioni incapaci e colpevoli, recuperando la tradizione rosarnese e dell’intera Piana di Gioia Tauro fatta di straordinarie lotte popolari, per la democrazia, contro le cosche.
Su questo crinale si gioca la partita più complessiva dei migranti, in Calabria e nel Mezzogiorno, da Rosarno a Castelvolturno. Anche di questo occorre discutere nelle assemblee e negli appuntamenti del movimento e della politica, a partire dall’assemblea nazionale del 24 gennaio a Roma.

Da qui dobbiamo partire per rilanciare una mobilitazione nazionale, larga ed efficace, per dire no al razzismo e allo sfruttamento dei migranti. E per contrastare le mafie. Ragionando di una grande manifestazione nazionale in Calabria, da fare – come dice Lavorato – tutti insieme dietro lo striscione negato. Che diventa per una volta simbolo di libertà.

(pubblicato su “Il manifesto”)

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