Francesco Maria aveva 18 anni ed è morto. Il suo nome si aggiunge a tanti altri nomi di tanti altri giovani anch’essi immolati come bestie da macello e di cui nessuno si accorge ormai della loro assenza. Ma fino a quando è possibile continuare a rimanere distratti dinnanzi a così orrendi misfatti? Non vorremo che, celebrati i funerali di Francesco Maria, con lui vada via definitivamente la speranza. Ed è per questo che mi rivolgo ai giovani del nostro territorio, più che ad altri. Il tempo è ormai scaduto. O adesso o mai più è necessario risalire da questo tunnel di tristezza e di desolazione. E’ necessario che voi giovani scendiate nelle piazze e nelle strade per creare momenti di confronto e sognare e costruire città vivibili e soprattutto condizioni di maggiore giustizia per questa nostra terra martoriata.
Francesco Maria Inzitari aveva 18 anni. E’ stato ucciso in un agguato a Taurianova (Rc) lo scorso 6 dicembre. Dieci colpi di pistola. Sembra avesse solo una “colpa”: era figlio di di Pasquale Inzitari (ex Udc), condannato, il 18 settembre scorso dal gup di Reggio Calabria a 7 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Inzitari, già consigliere provinciale di Reggio Calabria (ha sfiorato sia l’elezione al Senato che quella al Consiglio Regionale) è un imprenditore che ha gestito il centro commerciale Parco degli Ulivi di Rizziconi. E’ genero del presunto boss della ‘ndrangheta Domenico Rugolo, 74 anni ed era il cognato dell’imprenditore Nino Princi, ucciso lo scorso anno da un’autobomba. Adesso è agli arresti domiciliari. Una brutta storia la sua, che vede nell’omicidio di Francesco Maria l’epilogo peggiore. La morte del giovane ha scosso il territorio. Don Pino Demasi, vicario generale della diocesi di Oppido- Palmi e referente di Libera, sera dell’agguato ha subito scritto un appello ai giovani del territorio chiedendo di ribellarsi alla ‘ndrangheta. Ai mafiosi, durante i funerali, ha chiesto di convertirsi. Citando Giovanni Paolo II ha detto: “Permettetemi – così nel corso dell’omelia – che mi rivolga anche ai mafiosi ed a coloro che antepongono i propri interessi ed i propri loschi affari a qualunque possibilità di vita civile e serena del nostro territorio. Voglio citare le parole di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi: che ci sia concordia, perché Dio ha detto di non uccidere. La mafia non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio e per questo vi chiedo di convertirvi'”. La prima risposta a don Pino De Masi è arrivata ieri 11 dicembre: a Rizziconi, dopo la messa, hanno partecipato in migliaia alla fiaccolata organizzata per ricordare Francesco Inzitari. Questo il testo della lettera del sacerdote di Polistena ai giovani calabresi.
di don Pino Demasi
L’uccisione di Francesco Maria Inzitari, il diciottenne incensurato, ucciso quasi certamente per una vendetta trasversale nei confronti del padre, è certamente un episodio di una gravità inaudita sia per le modalità con cui è stato commesso (vero e proprio agguato mafioso), sia per la giovane età della vittima e per la sua condizione di “ragazzo normale” e pieno di vita. La ndrangheta ormai non guarda in faccia nessuno e vuole ad ogni costo anteporre i propri interessi ed i propri loschi affari a qualunque possibilità di vita civile e serena nel nostro territorio.
Francesco Maria aveva 18 anni ed è morto. Il suo nome si aggiunge a tanti altri nomi di tanti altri giovani anch’essi immolati come bestie da macello e di cui nessuno si accorge ormai della loro assenza. Ma fino a quando è possibile continuare a rimanere distratti dinnanzi a così orrendi misfatti? Non vorremo che, celebrati i funerali di Francesco Maria, con lui vada via definitivamente la speranza. Ed è per questo che mi rivolgo ai giovani del nostro territorio, più che ad altri. Il tempo è ormai scaduto. O adesso o mai più è necessario risalire da questo tunnel di tristezza e di desolazione.
E’ necessario che voi giovani scendiate nelle piazze e nelle strade per creare momenti di confronto e sognare e costruire città vivibili e soprattutto condizioni di maggiore giustizia per questa nostra terra martoriata. Poche ore prima dell’uccisione di Francesco Maria, a Palermo tanti giovani come voi, con sirene, canti ed esultanze da stadio hanno festeggiato, insieme agli agenti, la cattura del boss Gianni Nicchi. Riuscirete anche voi, giovani della Piana, a dare a noi adulti distratti di questo territorio, testimonianze altrettanto belle e concrete? O saranno ancora loro, i mafiosi ed i loro referenti politici ed economici, e a quel punto lo saranno per sempre, i padroni incontrollati delle nostre piazze e delle vostre vite?