No, occuparsi di mafia per un giornalista non è una cosa come le altre. Bisogna studiare, essere prudenti, a volte rinunciare alla performance, non confondere se stessi con la notizia, avere il senso della misura e della responsabilità, farsi carico della complessità della realtà. Essere seri.
Bisognerebbe sempre in realtà, ma quando ci si occupa di mafie probabilmente è necessario un po’ di più.
E no, non ci sono santi, miti, eroi e neppure cassandre.
C’è il buon lavoro. E c’è il giornalismo. Che è diverso dalla personalizzazione, dalla caciara, dall’esibizionismo e dal narcisismo.
Ce lo conferma la storia di Pino Maniaci, quale che sia l’esito giudiziario.
Ma purtroppo non riguarda solo lui.
#restartantimafia #mammasantissima
#M/13 Un po’ di chiarezza su Montezemolo
Alitalia (del presidente Luca Cordero di Montezemolo) sarà top sponsor di Roma 2024 (del presidente Luca Cordero di Montezemolo).
Niente di strano, per carità.
Solo che, come dire, anche per queste cose mi turba il sistema Italia.
Nel frattempo il pluripresidente Luca Cordero di Montezemolo non chiarisce in prima persona la storia di Panama Papers
(magari che ne so giornali o tv potrebbero chiedergli un’intervista senza farlo sparire dalle cronache senza spiegazioni) su cui, sia chiaro, io ovviamente non ho nessuna informazione o certezza ma solo molte domande e un diffuso senso di nausea.
Così, in attesa che l’Espresso pubblichi il suo servizio venerdì e mentre praticamente tutti i soggetti chiamati in causa fanno smentite o distinguo, ci dobbiamo accontentare dei flash d’agenza (con tanto di crocette) che riferiscono di non meglio precisati ambienti vicini a Montezemolo
(++ Panama papers: Montezemolo, nessuna societa’ offshore ++ “Ne’ Montezemolo ne’ la sua famiglia possiedono alcuna societa’ offshore”. E’ quanto spiegano ambienti vicini a Luca Cordero di Montezemolo in merito ai ‘Panama Papers’. Non è dato sapere se nell’espressione “ne’ Montezemolo ne’ la sua famiglia” siano compresi anche amici e prestanome o se magari è tutta una bufala).
#perpietà
Beni confiscati e musica, stasera al Cinema Palazzo
Stasera al Nuovo Cinema Palazzo di Piazza Sanniti 9 (Zona San Lorenzo, a Roma) sarò insieme agli amici del Parto delle Nuvole Pesanti per la presentazione del loro film documentario “Terre di Musica, viaggio tra i beni confiscati alla mafia” .
Si comincia alle 8. Con me ci saranno anche Salvatore de Siena, Il Parto delle Nuvole Pesanti – autore del progetto, e Massimo Ivan Falsetta – co-regista del film. “Terre di musica – Viaggio tra i beni confiscati alla mafia” è un progetto musicale e culturale, ideato da Salvatore De Siena, leader de Il Parto delle Nuvole Pesanti, e realizzato dalla band in giro per l’Italia nell’arco di quasi due anni, con la collaborazione di Arci e Libera.
Un viaggio a tappe da Corleone a Trapani, dalla Piana di Gioia Tauro ad Isola Capo Rizzuto, da Mesagne a Cerignola, da Casal di Principe a Castel Volturno, fino a Roma, Bologna, Torino e Milano, per documentare l’esperienza dei beni confiscati e raccontare le storie delle tante persone che ci lavorano, con la convinzione che la legalità possa svilupparsi a partire dalle piccole azioni e che la musica, il cinema, la letteratura siano linguaggi capaci di arrivare alla gente con maggiore facilità e immediatezza.
Di questo viaggio, oltre ad un libro, è stato realizzato un film che, grazie alle immagini, raccoglie le note storiche, sociali e culturali dei beni confiscati alla mafia nonché l’esperienza umana dei suoi protagonisti. Immagini che seguono strade che portano verso campi dove ogni giorno eroi silenziosi si recano per lavorare e combattere per la legalità. Immagini di distese di ulivi, filari di viti, campi di pomodori con i loro raccoglitori, ville di boss sventrate, ristrutturate e riutilizzate, aziende, ristoranti, pizzerie e stabilimenti balneari, in bilico tra ripresa e fallimento. Ed ancora, immagini che documentano i volti dei soci delle cooperative e degli operatori, gli incontri e le parole scambiate con i giovani volontari nei campi e con la gente comune che da sempre vive nei luoghi di mafia. Immagini, infine, che restituiscono la musica dei concerti realizzati durante il viaggio dal Parto delle Nuvole Pesanti. Un viaggio di migliaia di chilometri in un arcipelago di luoghi, ma soprattutto un viaggio umano che ha permesso di raccogliere storie ed emozioni attraverso la consueta leggerezza ed ironia della band calabro – bolognese. Un film documentario che aiuta a comprendere il valore simbolico dei beni confiscati alla mafia ed il valore reale per la costruzione di un modello di sviluppo economico e sociale alternativo, ma anche le criticità di questa esperienza e le difficoltà quotidiane, tra intimidazioni e vandalismi. Il film è allegato al libro pubblicato da Editrice Zona ed è disponibile nelle librerie. E’ acquistabile anche on line sul sito www.partonuvolepesanti.com e disponibile in formato e-book.
#M/12 Primarie Pd, nessuna idea per la città
C’è una certa differenza tra fare (magari anche bene) il capo di gabinetto, dirigere con piglio un’aula parlamentare, fare lo sciopero della fame per difendere una legge e avere un’idea della città e chissà magari fare anche il sindaco di una città.
Roberto Giachetti lo dimostra ogni giorno.
Purtroppo, visto che rischia davvero di essere eletto.
Infatti ad ogni uscita pubblica, sin dal primo giorno, l’unica cosa che sembra interessargli è provare a dire che non sta lì per volere di Matteo Renzi e che ha una sua autonomia. Devo dire che, nonostante da mesi gli facciano la stessa domanda, non è ancora riuscito a trovare una risposta minimamente convincente e la cosa è davvero preoccupante. Per il resto, soltanto il vuoto programmatico, la retorica stucchevole dell’ascolto dei cittadini e l’arroganza di chi sa che tanto il partito lo sostiene a prescindere. Non ci spiega mai perché, al di là dell’appartenenza alle correnti che si sono mobilitate, qualcuno dovrebbe dargli il voto.
Il dibattito andato in onda su Raitre oggi pomeriggio ha confermato questo scenario.
Non un’idea, non un progetto, non una visione di città.
Non una parola su mafie, welfare, periferie, riforma dei servizi.
Neppure la capacità di spiegare perché è finita l’esperienza Marino.
E questo, purtroppo, vale anche per gli altri.
Roberto Morassut, l’altro candidato “forte”, ha anche tentato di fare un ragionamento, mostrato un libro del programma, ma non ha né grinta, né piglio, né presenza e non riesce neanche lui a fare capire perché qualcuno dovrebbe votarlo.
Sugli altri candidati invece ogni commento sarebbe superfluo.
L’unica cosa che merita attenzione invece è la denuncia che porta con sé la candidatura di Chiara Ferraro, che ci racconta quanto Roma abbia bisogno di cambiare.
Questo dibattito televisivo noioso, a tratti imbarazzante, addirittura offensivo nei confronti degli spettatori e dei romani un merito però ce l’ha avuto: ha chiarito in maniera inequivocabile che è fuori da questi sei candidati (oltre che da tutti gli altri candidati attualmente in campo) che va trovato il prossimo sindaco di Roma se questa città e i suoi abitanti vogliono provare a immaginarsi dentro un futuro diverso. E visto lo scenario generale, purtroppo, non è una buona notizia.
#M/11 Unioni civili? La vittoria di Alfano mi disgusta. E io mi sento sconfitto
Ha vinto la destra, che ha la vera golden share del governo.
Hanno stravinto i fanatici e il pezzo più retrivo della Chiesa.
Hanno perso tutti gli altri
Hanno perso anche quelli che oggi dichiarano vittoria, manifestando tutto il loro disprezzo per l’intelligenza delle persone.
Restano discriminati i gay, invisibili per la legge troppi bambini.
Potrei dire dei giornali e delle tv, abituati a legittimare il potere che quando alzano la testa nessuno li prende sul serio.
Potrei dire degli appelli di cantanti e attori, degli intellettuali che non ci sono più e dei giornalisti che si credono intellettuali, magari del fatto che forse un passo avanti è stato fatto.
Ma servirebbe? Non so.
Di sicuro, mi guardo intorno e il trionfalismo di Alfano sulle #unionicivili mi disgusta, nei contenuti e nei toni.
L’atteggiamento di Monica Cirinnà mi imbarazza.
I toni enfatici di Renzi mi offendono, quelli dei renziani evidenziano la pochezza di una intera classe dirigente.
L’inutilità di Roberto Speranza e della sinistra Pd non mi fa più rabbia, ma ormai tenerezza.
Il cinismo di Verdini mi spaventa.
Alla barbarie della Lega non mi abituo.
Il politicismo tardoadolescenziale del Movimento 5 Stelle mi stanca e spero serva per il futuro.
Io invece mi sento sconfitto.
#unionicivili #questopaese