Sono molte le versioni che ancora si rincorrono sul perché il Pdl non riuscì a presentare la lista alle elezioni regionali del 2010. Una di queste ha sullo sfondo il consigliere comunale finito oggi agli arresti domiciliari: fu per togliere in extremis il suo nome dalla lista che il partito di Berlusconi si presentò in ritardo in tribunale. Lui commentò: “Se fosse vero sarebbe di una gravità unica”. Oggi un colpo pesantissimo alla brillante carriera del giovane politico
Dopo il pasticcio, Renata Polverini convoca la conferenza stampa e dice: “Vinceremo lo stesso”. E’ una chiamata alle armi al popolo di centrodestra, un invito all’ottimismo. Avrà ragione. E Renata Polverini diventa governatrice del Lazio. Ma cos’era successo? La lista del Pdl era appena rimasta esclusa dalle elezioni regionali nella circoscrizione della Provincia di Roma. Un mistero mai del tutto chiarito, fatto di ricorsi, scambi di accuse, dichiarazioni furibonde alla stampa, minacce più o meno velate. E un convitato di pietra: Samuele Piccolo, il consigliere comunale arrestato oggi per associazione per delinquere e finanziamento illecito ai partiti.
LA STORIA – Sono le 12 dell’ultimo giorno utile per depositare in tribunale le liste per le elezioni regionali. Si presentano a piazzale Clodio i due incaricati del Pdl di Roma: sono Alfredo Milioni, il presidente del municipio XIX, e Giorgio Polesi. Si mettono in fila. Poi succede qualcosa, perdono tempo, fanno tardi e la lista viene esclusa (nessun ricorso riuscirà a farla riammettere nonostante in quelle ore il Pdl con il responsabile elettorale Ignazio Abrignani ostenti fiducia: “’non c’è nessun motivo per escluderci”).
IL RACCONTO DI MILIONI – ”Non mi hanno fatto rientrare, hanno fatto i matti, si sono messi a urlare, mi hanno spinto… Mi hanno minacciato, altroché. Qui si configura pure un reato”. Così in un’intervista al Corriere della Sera Alfredo Milioni dà la sua versione dei fatti per evitare il linciaggio pubblico – dentro e fuori il partito – a cui è sottoposto. E aggiunge: “Polesi è rimasto in fila – dice – mentre io passeggiavo fuori”. In quelle ore s’è detto che era uscito a mangiare un panino. “Quando sono entrato per prendere il posto di Polesi, lui si e’ chinato per darmi tutta la documentazione e abbiamo visto uno col telefonino che ci stava fotografando. Uno che si e’ definito radicale. Abbiamo iniziato a discutere e, litigando, ci siamo trovati fuori dalla linea Maginot. E’ stato creato ad arte un subbuglio per impedirci di presentare la lista. Io – ribadisce – non ho sbagliato niente”.
MA C’E’ UN’ALTRA VERSIONE – Ma non tutti credono a questa storia. E su come siano andate le cose ci sono molte versioni. Una la fornisce il senatore Mario Gasbarri, del Pd, che racconta: ”Ero presente – racconta – al Tribunale di Roma e ho potuto filmare l’episodio con il cellulare. Posso perciò documentare che intorno alle ore 14, quindi due ore oltre il limite di tempo consentito, le firme non erano state consegnate e giacevano abbandonate in un corridoio”. Poi c’è almeno una terza ricostruzione e riguarda Samuele Piccolo. Si racconta nei corridoi della politica che Milioni proprio mentre stava per presentare le liste abbia ricevuto una telefonata con un ordine ben preciso: il nome di Samuele Piccolo – mr preferenze, indipendente e quindi candidato scomodissimo per la lista di ex An ed ex Forza Italia – deve uscire dalla lista. Un colpo gobbo da compiere all’ultimo momento utile, quando ormai resterà solo il tempo delle recriminazioni.
SAMUELE PICCOLO – Samuele Piccolo non si scompone quando viene a sapere di questo fatto. E commenta con Affari italiani: “Quando ho letto che la lista del Pdl sarebbe stata presentata in ritardo perché qualcuno voleva cassare il mio nome in extremis per sostituirlo con quello di chi non si sa bene di chi, sono rimasto senza parole. Se fosse vera sarebbe di una gravità unica”. E aggiunge: “Spero si tratti di una semplice voce o di un pettegolezzo dell´ultima ora”. “Che il mio nome entrava e usciva dalla lista lo sapevano tutti. Ma siccome io non avevo chiesto di essere inserito nel listino bloccato, ma di misurarmi con il consenso, ho sempre pensato che alla fine ce l’avrei fatta”. E ricostruisce i fatti. Dice di essere andato la mattina alla sede regionale del Pdl insieme a suo fratello, di avere verificato in presenza dei coordinatori regionali e di quello romano la sua presenza in lista, di essersi accertato che non mancavano i certificati. Insomma, “Era tutto ok”. Poi il fattaccio. E se qualcuno ha voluto farlo fuori, ha fatto un danno all’intero Pdl. Poi la vittoria di Renata Polverini ha messo una pezza. Oggi un colpo pesantissimo alla carriera politica del giovanissimo consigliere comunale inventore della “festa dei nonni”. Commenta Samuele Piccolo i fatti delle regionali del 2010: “Bisogna dire la verità a tutti i cittadini del Lazio e alle migliaia di romani che mi hanno sostenuto alle precedenti elezioni”. Parole che oggi varrebbero ancora di più.