Sanità, verso la revoca della Polverini. Il governo pensa a nuovo commissario

Renata-Polverini-in-Consiglio-regionale_fullNel decreto 174 approvato ieri dal consiglio dei ministri la modifica della legge 191/2009: “In caso di dimissioni o di impedimento del presidente della Regione, il Consiglio dei ministri nomina un commissario ad acta” nel settore della Sanità. Una norma che spiana la strada alla sostituzione di cui si parla da giorni nei corridoi del ministero e a Palazzo Chigi. Intanto nella sanità laziale sono in dirittura bandi per circa 516 milioni di euro. Riguardano la ristorazione, il lavanolo e i servizi di pulizie di Aziende sanitarie e ospedali

I boatos vanno avanti da giorni. E il decreto emesso ieri dal consiglio dei ministri rafforza la convinzione di tanti: il governo sta per sollevare Renata Polverini dall’incarico di commissario della Sanità del Lazio. Con l’articolo 6 del decreto legge 174 del 10 ottobre vengono infatti introdotte delle modifiche alla legge 191 del 2009. In particolare, si introducono due novità. La prima è che non è automaticamente il presidente della Regione il commissario della Sanità, il secondo è l’inserimento nella legge di un intero comma – l’84-bis – che dice: “In caso di dimissioni o di impedimento del presidente della Regione, il Consiglio dei ministri nomina un commissario ad acta…”. In pratica una nuova norma che spiana la strada al cambio di commissario nella Regione Lazio. Un provvedimento che, si mormora nei corridoi di Palazzo Chigi e del ministero della Sanità, potrebbe avvenire già nelle prossime ore, forse già nel corso della giornata di domani.

I BANDI APERTI – E il delicatissimo settore della Sanità è interessato in questo ore da una grande questione: ci sono bandi aperti per 516 milioni di euro. Sono quelli che riguardano la ristorazione, il lavanolo e i servizi di pulizie. Bandi avviati nei mesi scorsi, che adesso sono in dirittura d’arrivo. Che potrebbero essere assegnati in un periodo in cui la presidente della giunta regionale Polverini è dimissionaria e in cui anche il commissariamento è in bilico e che pure impegneranno la Regione per i prossimi anni.

LA RISTORAZIONE – La prima fetta dei soldi della sanità riguarda la ristorazione: un gruzzolo da circa 200 milioni di euro. Si tratta di una gara comunitaria centralizzata a procedura aperta per acquisire il servizio di ristorazione a tutte le Aziende sanitarie del Lazio. Il primo bando è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 28 maggio del 2011 e annullato con sentenza del consiglio di Stato. S’è reso quindi necessario un secondo bando (pubblicato l’1 dicembre del 2011). La gara è stata consegnata l’8 febbraio di quest’anno. In questi giorni è in corso la valutazione dei progetti tecnici e appena pochi giorni fa, il 5 ottobre, è stata richiesta la proroga di validità dell’offerta per altri 180 giorni. Da segnalare che gli importi a base d’asta sono superiori a più del 20% rispetto ai prezzi di riferimento in ambito sanitario stabiliti dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici.

IL LAVANOLO – Si tratta di circa 50 milioni di euro invece per quel che rigurda il lavanolo (in principio il bando era da 109 milioni, ma una parte del servizio è stata assegnata all’unica azienda che ha partecipato). Il bando che ancora deve essere aggiudicato riguarda 4 lotti (i tre originari più un quarto che riguarda l’ospedale Spallanzani) ed è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 12 giugno del 2012. La scadenza era stata fissata per il 10 agosto mentre il 5 ottobre c’è stata la prima seduta per l’apertura della documentazione amministrativa.

I SERVIZI DI PULIZIE – Il bando di “gara comunitaria a procedura aperta finalizzata all’acquisizione del servizio di pulizia, sanificazione, consegna e trasporto” per le Aziende sanitarie riguarda invece un appalto da 266 milioni di euro e si riferisce a dieci lotti (per le Asl da A ad H e per le Aziende ospedaliere San Filippo Neri, San Giovanni, San Camillo, Spallanzani, per i policlinici Tor Vergata e Umberto I, per le Asl di Viterbo e Latina) e avrà una durata fino a 36 mesi.

Il fantasma di Samuele Piccolo nel giallo delle elezioni regionali

Samuele-Piccolo-02_fullSono molte le versioni che ancora si rincorrono sul perché il Pdl non riuscì a presentare la lista alle elezioni regionali del 2010. Una di queste ha sullo sfondo il consigliere comunale finito oggi agli arresti domiciliari: fu per togliere in extremis il suo nome dalla lista che il partito di Berlusconi si presentò in ritardo in tribunale. Lui commentò: “Se fosse vero sarebbe di una gravità unica”. Oggi un colpo pesantissimo alla brillante carriera del giovane politico

Dopo il pasticcio, Renata Polverini convoca la conferenza stampa e dice: “Vinceremo lo stesso”. E’ una chiamata alle armi al popolo di centrodestra, un invito all’ottimismo. Avrà ragione. E Renata Polverini diventa governatrice del Lazio. Ma cos’era successo? La lista del Pdl era appena rimasta esclusa dalle elezioni regionali nella circoscrizione della Provincia di Roma. Un mistero mai del tutto chiarito, fatto di ricorsi, scambi di accuse, dichiarazioni furibonde alla stampa, minacce più o meno velate. E un convitato di pietra: Samuele Piccolo, il consigliere comunale arrestato oggi per associazione per delinquere e finanziamento illecito ai partiti.

LA STORIA – Sono le 12 dell’ultimo giorno utile per depositare in tribunale le liste per le elezioni regionali. Si presentano a piazzale Clodio i due incaricati del Pdl di Roma: sono Alfredo Milioni, il presidente del municipio XIX, e Giorgio Polesi. Si mettono in fila. Poi succede qualcosa, perdono tempo, fanno tardi e la lista viene esclusa (nessun ricorso riuscirà a farla riammettere nonostante in quelle ore il Pdl con il responsabile elettorale Ignazio Abrignani ostenti fiducia: “’non c’è nessun motivo per escluderci”).

IL RACCONTO DI MILIONI – ”Non mi hanno fatto rientrare, hanno fatto i matti, si sono messi a urlare, mi hanno spinto… Mi hanno minacciato, altroché. Qui si configura pure un reato”. Così in un’intervista al Corriere della Sera Alfredo Milioni dà la sua versione dei fatti per evitare il linciaggio pubblico – dentro e fuori il partito – a cui è sottoposto. E aggiunge: “Polesi è rimasto in fila – dice – mentre io passeggiavo fuori”. In quelle ore s’è detto che era uscito a mangiare un panino. “Quando sono entrato per prendere il posto di Polesi, lui si e’ chinato per darmi tutta la documentazione e abbiamo visto uno col telefonino che ci stava fotografando. Uno che si e’ definito radicale. Abbiamo iniziato a discutere e, litigando, ci siamo trovati fuori dalla linea Maginot. E’ stato creato ad arte un subbuglio per impedirci di presentare la lista. Io – ribadisce – non ho sbagliato niente”.

MA C’E’ UN’ALTRA VERSIONE – Ma non tutti credono a questa storia. E su come siano andate le cose ci sono molte versioni. Una la fornisce il senatore Mario Gasbarri, del Pd, che racconta: ”Ero presente – racconta – al Tribunale di Roma e ho potuto filmare l’episodio con il cellulare. Posso perciò documentare che intorno alle ore 14, quindi due ore oltre il limite di tempo consentito, le firme non erano state consegnate e giacevano abbandonate in un corridoio”. Poi c’è almeno una terza ricostruzione e riguarda Samuele Piccolo. Si racconta nei corridoi della politica che Milioni proprio mentre stava per presentare le liste abbia ricevuto una telefonata con un ordine ben preciso: il nome di Samuele Piccolo – mr preferenze, indipendente e quindi candidato scomodissimo per la lista di ex An ed ex Forza Italia – deve uscire dalla lista. Un colpo gobbo da compiere all’ultimo momento utile, quando ormai resterà solo il tempo delle recriminazioni.

SAMUELE PICCOLO – Samuele Piccolo non si scompone quando viene a sapere di questo fatto. E commenta con Affari italiani: “Quando ho letto che la lista del Pdl sarebbe stata presentata in ritardo perché qualcuno voleva cassare il mio nome in extremis per sostituirlo con quello di chi non si sa bene di chi, sono rimasto senza parole. Se fosse vera sarebbe di una gravità unica”. E aggiunge: “Spero si tratti di una semplice voce o di un pettegolezzo dell´ultima ora”. “Che il mio nome entrava e usciva dalla lista lo sapevano tutti. Ma siccome io non avevo chiesto di essere inserito nel listino bloccato, ma di misurarmi con il consenso, ho sempre pensato che alla fine ce l’avrei fatta”. E ricostruisce i fatti. Dice di essere andato la mattina alla sede regionale del Pdl insieme a suo fratello, di avere verificato in presenza dei coordinatori regionali e di quello romano la sua presenza in lista, di essersi accertato che non mancavano i certificati. Insomma, “Era tutto ok”. Poi il fattaccio. E se qualcuno ha voluto farlo fuori, ha fatto un danno all’intero Pdl. Poi la vittoria di Renata Polverini ha messo una pezza. Oggi un colpo pesantissimo alla carriera politica del giovanissimo consigliere comunale inventore della “festa dei nonni”. Commenta Samuele Piccolo i fatti delle regionali del 2010: “Bisogna dire la verità a tutti i cittadini del Lazio e alle migliaia di romani che mi hanno sostenuto alle precedenti elezioni”. Parole che oggi varrebbero ancora di più.